In giro per Londra tra i palazzi della City, questa foto l’ho scattata dal primo piano del Bus durante una sosta al semaforo, mi stavo recando a London Bridge.
Ogni momento è storia, quello che è accaduto, che accade e che accadrà è comunque storia.
Fleri Danni alla Chiesa di Maria Santissima del Rosario (Foto INGV).
World food security, a global problem, famine at africa, children need to help, poor people need food to live, kid hand with sheaf of paddy on Asia rice field
C’è stato un tempo che l’avrei scelta come mèta di un mio viaggio, poi è caduta nel mio gradimento dopo tutta questa ‘querelle’ della Brexit , che rivela ( a detta di uno dei suoi storici più acclarati) il ‘mood’ di impero coloniale. Il ritorno dell’Anglosfera. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase dopo la vittoria del Leave nel referendum per la Brexit del giugno 2016, seguita, a pochi mesi di distanza, da quella di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Ma quello che viene propinato dai brexiteer come un grande progetto per il futuro neoimperialista del Regno Unito, che libero dai vincoli europei potrà tornare una grande potenza (queste, almeno, sono le loro promesse) rischia di scontrarsi con la dura realtà. Una realtà che ci restituisce un Regno Unito diventato dopo la Seconda guerra mondiale una media potenza, anche per volontà degli Stati Uniti. Che probabilmente oggi preferirebbero, a un nuovo impero britannico, un Regno Unito cinquantunesimo Stato della federazione. È un’evidente provocazione ma con le difficoltà di un accordo per le future relazioni con l’Unione Europea, a Londra potrebbe non rimanere alternativa diversa da presentarsi a Washington con il cappello in mano.
Partiamo dalla definizione di Anglosfera. Si tratta di una dimensione geopolitica basata sulla lingua inglese e che ha nella comunità Five Eyes per la condivisione dell’intelligence il suo esempio più importante. Ne fanno parte gli Stati Uniti, il Regno Unito e le ex British nations del Commonwealth bianco − Australia, Nuova Zelanda e Canada −, i Paesi che condividono una cultura anglosassone e protestante. Londra si vede di nuovo nell’Anglosfera, ma con la Brexit rischia di perdere il prezioso ruolo strategico che Washington le aveva affidato dopo la Seconda guerra mondiale, quella di avamposto statunitense nel Vecchio continente.
Io ho vissuto sette mesi a Londra dove ho fatto un’esperienza completamente nuova pensa ho fatto l’aiuto cuoco in un ristorante di lusso specializzato nella cucina francese ed in particolare nella anatra à la presse. In quella città ho respirato un senso di grande libertà e civiltà il rispetto delle persone e per le persone rimane sempre nel mio ❤️ un periodo fantastico.
I viaggi della vita attraverso il lavoro, il cibo, i luoghi, le curiosità, la musica, le esperienze vissute e attuali, un viaggio nel tempo in continua evoluzione.
C’è stato un tempo che l’avrei scelta come mèta di un mio viaggio, poi è caduta nel mio gradimento dopo tutta questa ‘querelle’ della Brexit , che rivela ( a detta di uno dei suoi storici più acclarati) il ‘mood’ di impero coloniale.
Il ritorno dell’Anglosfera. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase dopo la vittoria del Leave nel referendum per la Brexit del giugno 2016, seguita, a pochi mesi di distanza, da quella di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Ma quello che viene propinato dai brexiteer come un grande progetto per il futuro neoimperialista del Regno Unito, che libero dai vincoli europei potrà tornare una grande potenza (queste, almeno, sono le loro promesse) rischia di scontrarsi con la dura realtà. Una realtà che ci restituisce un Regno Unito diventato dopo la Seconda guerra mondiale una media potenza, anche per volontà degli Stati Uniti. Che probabilmente oggi preferirebbero, a un nuovo impero britannico, un Regno Unito cinquantunesimo Stato della federazione. È un’evidente provocazione ma con le difficoltà di un accordo per le future relazioni con l’Unione Europea, a Londra potrebbe non rimanere alternativa diversa da presentarsi a Washington con il cappello in mano.
Partiamo dalla definizione di Anglosfera. Si tratta di una dimensione geopolitica basata sulla lingua inglese e che ha nella comunità Five Eyes per la condivisione dell’intelligence il suo esempio più importante. Ne fanno parte gli Stati Uniti, il Regno Unito e le ex British nations del Commonwealth bianco − Australia, Nuova Zelanda e Canada −, i Paesi che condividono una cultura anglosassone e protestante. Londra si vede di nuovo nell’Anglosfera, ma con la Brexit rischia di perdere il prezioso ruolo strategico che Washington le aveva affidato dopo la Seconda guerra mondiale, quella di avamposto statunitense nel Vecchio continente.
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Io ho vissuto sette mesi a Londra dove ho fatto un’esperienza completamente nuova pensa ho fatto l’aiuto cuoco in un ristorante di lusso specializzato nella cucina francese ed in particolare nella anatra à la presse. In quella città ho respirato un senso di grande libertà e civiltà il rispetto delle persone e per le persone rimane sempre nel mio ❤️ un periodo fantastico.
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Grazie Marzia
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