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Locali Peck inaugura il nuovo spazio in CityLife a Milano


Locali Peck inaugura il nuovo spazio in CityLife a Milano,

Piazza Tre Torri – 20145 Milano (Metro linea M5)

 

Peck CityLife:

il nuovo capitolo di una lunga storia d’amore per il cibo

Il marchio simbolo dell’alta gastronomia apre un nuovo spazio nella Milano verticale:

gastronomia, ristorante, enoteca, cocktail bar.

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13 dicembre, CityLife Shopping District, Milano – Si è svolta ieri la serata inaugurale del nuovo Peck CityLife, alla presenza di Leone MarzottoAD Peck, e Armando BorghiAD CityLife.

Il tempio dell’alta gastronomia, a Milano dal 1883, porta nella nuova città verticale – sotto le torri progettate dalle archistar internazionali – tutti i sapori, profumi e il savoir faire che lo hanno reso il riferimento per i cibi di alta qualità. Per la prima volta Peck esce dalla Milano storica per arrivare in CityLife Shopping District, il più grande distretto commerciale urbano d’Italia, facendosi ponte verso la città che sale.

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il nuovo Peck sorge in un padiglione di 300 mq dalle forme organiche, posto in Piazza Tre Torri. Progettato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners, Peck CityLife inaugura anche una nuova formula di ristorazione che ha come tema il mangiare in gastronomia.

Il nuovo ristorante – 50 coperti, con due carte diverse per pranzo e cena – propone una serie di signature dishes come la costata di manzo, il risotto giallo con ossobuco, la cotoletta alla milanese, e piatti speciali come il lesso, la cassoeula, le carni allo spiedo o il marbré.

Merita una menzione speciale la formula degli antipasti: concepiti per la condivisione, consentono di esplorare i must della gastronomia di Peck, come l’insalata russa, il paté, i gamberi in salsa cocktail, il vitello tonnato. Il ristorante in gastronomia permette inoltre all’ospite di ordinare fuori carta tutto ciò che è esposto al grande bancone di ingresso.

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L’enoteca mette in scena una collezione 150 etichette tra vini e distillati, disposti teatralmente su un’importante parete. La punta dell’iceberg rispetto alle oltre 3 mila etichette – sempre disponibili su ordinazione – che hanno reso il negozio di Via Spadari la migliore enoteca d’Italia.

Appassionati e curiosi potranno farsi consigliare dai sommelier di Peck sia per la mescita sul luogo sia per l’acquisto di bottiglie da asporto. L’enoteca sarà anche teatro di incontri.

L’ultima sorpresa di questa nuova apertura è il banco della cocktail station. Decorato da piastrelle dipinte a mano con un disegno ricavato da una fotografia storica del Peck anni ‘50, propone una carta di cocktail che interpretano sia la storia di Peck sia la contemporaneità.

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Nelle parole di Leone Marzotto – la cui famiglia ha rilevato il marchio nel 2013 e che dal 2016 è AD – Peck è tante cose: “un’istituzione milanese, un negozio storico che si sta diffondendo a Milano con l’apertura di negozi-figli, un’autorità in fatto di conoscenza del prodotto, un insieme di persone accomunate da competenze, valori e dalla passione per quello che fanno. L’apertura di Peck in CityLife Shopping District è doppiamente storica: non solo è la prima volta che Peck apre a Milano fuori dal proprio quartiere, ma questo negozio è anche il primo dei nuovi Peck. La sfida è portare la nostra altissima idea di qualità, di servizio e la nostra passione a contatto con pubblici nuovi: con innovazioni destinate a durare nel tempo e senza inseguire trend o mode passeggere.”

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photo Santi Caleca

photo Courtesy Peck

Peck CityLife

Piazza Tre Torri – 20145 Milano

Orari: Lunedì – Sabato 9.00 – 23.00 | Domenica 9.00 – 21.00

Tel: 02 3664 2660

 

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Coldiretti: alcuni tra i cibi più pericolosi per la salute


Sono i prodotti alimentari potenzialmente più dannosi perché pieni di sostanze chimiche nocive.
Ecco cosa evitare, dal pesce che viene dalla Spagna al pollo dell’Olanda.

Residui chimici, microtossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti: sono sostanze contenute in tanti dei cibi che mangiamo, e che hanno fatto scattare il maggior numero di allarmi – in tutto 2925 – per rischi alimentari nell’ ultimo anno in Europa. Lo ricorda Coldiretti, che al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio ha presentato la lista nera dei cibi più pericolosi, scegliere il Made in Italy è una garanzia di sicurezza.

A noi consumatori non resta che ricordare di leggere le etichette, cercando – dove è indicato – prodotti italiani: il nostro è il paese più sicuro, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), che è una quota inferiore di 3,2 volte alla media UE. Certo sono ancora poche le etichette «trasparenti», ma la battaglia che il nostro Paese sta conducendo in Europa è aperta, e ha avuto successo per i prodotti caseari, Latte e formaggi: ora sapremo sempre da dove provengono.

È tempo di maggiore chiarezza e trasparenza per latte, formaggi, burro, yogurt e latticini vari. Da oggi è infatti diventato obbligatorio indicare in etichetta l’origine della materia prima dei prodotti lattiero caseari. Bisognerà farlo in modo visibile e facilmente leggibile, così da consentire a noi consumatori di scegliere consapevolmente cosa acquistare e portare sulla tavola.

Potremo conoscere il Paese nel quale è stato munto il latte e quello in cui è stato lavorato o trasformato. Nel caso in cui si tratti dello stesso territorio, troveremo una sola dicitura (ad esempio «origine del latte: Italia»). Quando queste operazioni avvengono invece al di fuori dell’Unione europea, leggeremo l’indicazione «Paesi non UE».

Sono esclusi dalla normativa solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi all’origine e il latte fresco già tracciato. Dal 16 ottobre 2017 troviamo in commercio solo «latticini trasparenti». Tutte le risposte ai vostri dubbi dall’Associazione Italiana Lattiero Casearia.

Olio
Vi fermate mai a leggere l’etichetta degli alimenti che comprate e mangiate? Non è una abitudine comune, ma è molto utile per sapere quello che finisce sulla nostra tavola. Una novità arriva in questi giorni per l’olio, arriva la nuova etichetta alimentare.
Il regolamento 1096/2018 è entrato in vigore il terzo giorno successivo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi il 6 agosto scorso.
Solo in merito alle caratteristiche chimiche in etichetta, il regolamento si applica sei mesi dopo l’entrata in vigore (6 febbraio 2019), quindi con la nuova campagna olearia.

Il legislatore comunitario ha teso così a rendere più omogenee le diciture presenti sulle etichette in materia di campagna di produzione, prevedendo due sole possibilità:
1) campagna di commercializzazione, la prossima sarà la 2018/19
2) mese e anno in cui sono state molite le olive
E’ evidente che la scelta su quale indicazione fornire spetta solo all’operatore.

Nella parte frontale della bottiglia devono esserci caratteristiche e origine secondo quanto stabilito dalla Commissione europea con la regolamentazione sulla trasparenza delle informazioni.
Si capirà subito così se l’olio è italiano.

Cosa cambia per le bottiglie di olio al ristorante?
Gli Stati membri dell’Unione possono stabilire norme a livello nazionale perché sia obbligatorio l’uso di sistemi di chiusura che ne impediscono il riempimento dopo l’esaurimento del contenuto. Non saranno riutilizzabili e quindi non si potranno riempire con olio diverso da quello segnalato nell’ etichetta della bottiglia.

A cosa serve l’etichetta chiara?
La trasparenza dell’etichetta è una forma di tutela dei consumatori e anche di lealtà della concorrenza. Il ministero della Salute ricorda che l’etichetta deve essere facilmente leggibile, deve contenere la quantità, la modalità di conservazione, l’origine o la provenienza e le modalità di fabbricazione, non deve indurre in errore o attribuire al prodotto proprietà curative. Il sito Io leggo l’etichetta ha lanciato una petizione perché la tracciabilità resti alta e si mantenga obbligatoria l’indicazione dello stabilimento di produzione.

L’approfondimento continua sul prossimo articolo.