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Archivi categoria: legge
(brevi note su legge e diritto) – L’assoluzione in sede penale non preclude la valutazione degli stessi fatti in sede disciplinare…
La Cassazione sez. lavoro n. 3659/2021 precisa che: “Va infatti ritenuto applicabile il principio…secondo il quale, in tema di rapporti tra procedimento penale e procedimento disciplinare, il giudicato penale non preclude, in sede disciplinare, una rinnovata valutazione dei fatti accertati dal giudice penale attesa la diversità dei presupposti delle rispettive responsabilità, fermo solo il limite dell’immutabilità dell’accertamento dei fatti nella loro materialità – e dunque, della ricostruzione dell’episodio posto a fondamento dell’incolpazione – operato nel giudizio penale (v. Cass., Sez. Un., 9 luglio 2015, n. 14344; Cass., Sez. Un., 24 novembre 2010, n. 23778; Cass., Sez. Un., 18 ottobre 2000, n. 1120). Si ricorda, del resto, che in termini generali la sanzione disciplinare, è strettamente correlata al potere direttivo del datore di lavoro, inteso come potere di conformazione della prestazione alle esigenze organizzative dell’impresa o dell’ente, potere che comprende in sé quello di reagire alle condotte del lavoratore che…
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(brevi note su legge e diritto) – Il comma 3 dell’ex art. 96 c.p.c.
La Cassazioneciv. n. 15209/2018haprecisatoche: “…la condanna ex art. 96 c.p.c., comma 3, applicabile d’ufficio in tutti i casi di soccombenza, configura una sanzione di carattere pubblicistico, autonoma ed indipendente rispetto alle ipotesi di responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., commi 1 e 2, e con queste cumulabile, volta al contenimento dell’abuso dello strumento processuale; la sua applicazione, pertanto, non richiede, quale elemento costitutivo della fattispecie, il riscontro dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, bensì di una condotta oggettivamente valutabile alla stregua di ‘abuso del processo’, quale l’aver agito o resistito pretestuosamente (Cass. 27623/2017) e cioè nell’evidenza di non poter vantare alcuna plausibile ragione“,
la condanna per responsabilità aggravata di cui al co. 3 dell’ex art. 96 c.p.c. (applicabile nei casi di soccombenza, anche d’ufficio) è una sanzione di natura pubblicistica, autonoma e indipendente dalle altre ipotesi di cui…
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(brevi note su legge e diritto) – Reato di molestia (art. 660 c.p.) l’insistente corteggiamento non gradito dalla vittima…
La Cassazionepen. n. 7993/2021 hastatuitoche: “Configura il reato di molestie un corteggiamento ossessivo e petulante, volto ad instaurare un rapporto comunicativo o confidenziale con la vittima, manifestamente a ciò contraria, realizzato mediante una condotta fastidiosa, pressante e diffusa reiterazione di sequenze di saluto e contatto, invasive dell’altrui sfera privata, con intromissione continua, effettiva e sgradita nella vita della persona offesa e lesione della sua sfera di libertà”,
il corteggiamento ossessivo e petulante, non gradito dalla vittima e invasivo dell’altrui sfera privata, integra il reato di molestie di cui all’art. 660 c.p.
Altre statuizioni sul tema della Cassazione:
Cassazionepen. n. 3758/2014: “Il reato di molestia di cui all’art. 660 cod. pen. non è necessariamente abituale, per cui può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, purché ispirata da biasimevole motivo o avente il carattere della petulanza, che consiste in un modo di…
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(brevi note su legge e diritto) – La parte ammessa al gratuito patrocinio non deve pagare il compenso al proprio legale nemmeno in caso di composizione stragiudiziale della lite.
La Cassazione civ. n. 10187/2019 ha statuito chela composizione stragiudiziale della lite e la conseguente cancellazione dal ruolo della causanon fa venir meno gli effetti dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, pertanto l’erario continuerà ad avere l’obbligo di procedere alla liquidazione del compenso dovuto al difensore della parte ammessa al gratuito patrocinio.
“L’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, infatti, comporta, a norma del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 131, relativamente alle spese a carico della parte ammessa, che <sono anticipate dall’erario: a) gli onorari e le spese dovuti al difensore> della stessa, il cui importo è determinato, al termine di ciascuna fase o grado del processo ovvero all’atto di cessazione dell’incarico, dall’autorità giudiziaria, secondo i criteri previsti dal D.P.R. n. 115 cit., artt. 82 e 83. Lo Stato, dal suo canto, ha il diritto di recuperare quanto anticipato: mediante esecuzione della condanna, pronunciata…
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Aforismi – Il ‘vantaggio’ di conoscere la legge…
Perché gli Aforismi sono in grado di ‘incentivare’ conoscenza e consapevolezza.

“Conoscere, almeno in via generica,
la legge vigentepuò, per ovvi motivi,
rappresentare, per chiunque,
un evidente vantaggio sotto molteplici aspetti”.
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(brevi note su legge e diritto) – Il deposito dei documenti probanti nel procedimento ex art. 702 bis c.p.c.
La Cassazione civ. n. 46/2021 in ordine alla peculiarità del procedimento sommario di cognizione -ex art. 702 bis c.p.c.- fa chiarezza sui tempi e l’ivi modalità -non ‘limitati’ come per il processo civile ordinario- relativi al deposito dei documenti probanti da parte del ricorrente e del resistente:
“Poiché l’art. 702 bis, commi 1 e 4, c.p. c., non prevede alcuna specifica sanzione processuale, né in relazione al mancato rispetto del requisito di specifica indicazione dei mezzi di prova e dei documenti di cui il ricorrente e il resistente intendano, rispettivamente, avvalersi, né in relazione alla mancata allegazione di detti documenti al ricorso o alla comparsa di risposta, è ammissibile la produzione documentale eseguita, nell’ambito del procedimento sommario disciplinato dagli artt. 702 bis e ss. c.p.c., successivamente al deposito del primo atto difensivo e fino alla pronuncia dell’ordinanza di cui all’art. 702 ter c.p.c. “.
Altri articoli sul tema li trovi anchequi.
N.B. Stefano Ligorio è anche autore di un libro dal titolo: ‘IL RISARCIMENTO NEL…
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(brevi note su legge e diritto) – L’errata indicazione, nell’atto di citazione, della data di udienza di comparizione ne invalida, sempre, l’atto?
La Cassazione civ. n. 790/2021 precisa che non sempre l’errata indicazione, nell’atto di citazione, della data di udienza di comparizione, ne invalida l’atto:
“la nullità della citazione per omessa indicazione dell’udienza di comparizione davanti al giudice adito si verifica soltanto nel caso in cui detta indicazione manchi del tutto o, per la sua incompletezza, risulti tanto incerta da non rendere possibile al destinatario dell’atto individuare, con un minimo di diligenza e buon senso, la data che si intendeva effettivamente indicare, con la conseguenza che, ove non ricorra propriamente questa eventualità, la citazione deve essere considerata valida”.
Altri articoli sul tema li trovi anchequi.
N.B. Stefano Ligorio è anche autore di un libro dal titolo: ‘IL RISARCIMENTO NEL PROCESSO CIVILE -errori da evitare, e rimedi esperibili– (Giuda Pratica alla luce del Codice Civile, del Codice di Procedura Civile, e della Giurisprudenza in materia)’.
(brevi note su legge e diritto) – I tratti comuni, ma anche quelli differenziali, tra il reato di arresto illegale (art. 606 c.p.) e quello più grave di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale (co. 2 dell’art. 605 c.p.).
In tema di reato di arresto illegale (art. 606 c.p.) e di quello più grave di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale (co. 2 dell’art. 605 c.p.), la Corte Suprema, con interessante sentenza del 25 luglio 2017, n. 36885, ha precisato i tratti comuni, ma anche quelli differenziali, tra le due fattispecie.
I due delitti qui esposti hanno in comune solo l’elemento materiale (ovvero la privazione della libertà), ma si differenziano per l’elemento soggettivo, difatti il reato di arresto illegale (art. 606 c.p.) si integra nell’esecuzione di un arresto abusivo, ovvero al di fuori delle tassative condizioni alle quali la legge subordina tale potere, mentre il più grave reato di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale (co. 2 dell’art. 605 c.p.) si integra (e si differenzia, dal primo, sul piano soggettivo) -abusando dei poteri inerenti alle proprie funzioni- nel trattenere
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Ricorso davanti al Giudice di Pace senza avvocato. E’ possibile, e non solo davanti al Giudice di Pace.
Il cittadino, ai sensi dell’art. 82 c.p.c. (co. 1 e co. 2), per cause di valore fino a euro 1.100,00può difendersi personalmente davanti al Giudice di Pace, finanche facendosi rappresentare da altra persona di fiducia (parente, amico, magari con qualche competenza in materia legale) non necessariamente avvocato (art. 317 c.p.c.).
Difatti per cause in cui il valore sia molto modico, non sempre può trovarsi conveniente affidare un incarico all’avvocato con l’aggravio, appunto, dei costi per l’assistenza legale, i quali potrebbero superare, anche di molto, il valore stesso dell’oggetto di causa.
Il cittadino può, dunque, dinanzi al Giudice di Pace, personalmente redigere, nella predetta circostanza, un ricorso e depositarlo presso l’ufficio di competenza e successivamente discuterlo in udienza.
Art. 82 c.p.c.: “co. 1– Davanti al giudice di pace le parti possono stare in giudizio personalmente nelle cause il cui valore non eccede…
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